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Apple: conto alla rovescia per l'iPhone 3.0

di Gianni Rusconi

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13 marzo 2009

Cupertino, martedi 17 marzo: nella sede di Apple – e con l'ipotesi della presenza del "grande malato" Steve Jobs che aleggia sui blog della Rete - inizia l'era del melafonino di terza generazione. Ieri infatti la società della Mela ha confermato l'evento in cui terrà a battesimo il software versione 3.0 per il suo iPhone e il nuovo kit di sviluppo ad esso dedicato. Circa un anno dopo il rilascio del primo Sdk (software developer kit), sul quale sono state realizzate 25mila nuove applicazioni caricate all'interno dell'AppStore, per la casa californiana è quindi arrivato il momento di aprire una nuova pagina da scrivere dell'avventura del suo smartphone. E in attesa delle novità sul fronte del terminale vero e proprio attese per giugno, ancora una volta è il software ad avere una parte importante. Ma quali sarebbero le novità che Apple ha in serbo per l'iPhone 3.0? La società, come sembra, chiederà alla comunità degli sviluppatori di firmare un nuovo accordo di licenza per l'utilizzo del suo codice? E quali sono, in termini di business, i possibili impatti che il nuovo Sdk avrà sull'attività degli stessi sviluppatori, che oggi ricavano il 70% del valore di ogni loro applicazione venduta sull'AppStore?
Per quanto riguarda le nuove funzionalità software, i bene informati scommettono che uno degli aggiornamenti più importanti per l'iPhone che verrà sarà l'opzione "taglia e incolla". Altra novità di rilievo sarebbe il cosiddetto servizio di "background processing", e cioè la possibilità per l'utente di poter attivare simultaneamente un'applicazione diversa da quella in uso (l'instant messaging in aggiunta a un gioco per esempio) sfruttando il lavoro do notifica "push" operato dai server di Apple. Tale opzione verrebbe estesa anche ai possessori dei vecchi iPhone, che potrebbero far "girare" più di un programma alla volta utilizzando la memoria del telefono per salvare lo stato di quella momentaneamente non in uso. Indiscrezioni, al pari di quella che vede all'orizzonte per il melafonino 3.0 un nuovo sistema di ricerca universale accessibile direttamente dalla schermata principale dello smartphone, che attendono una conferma fra qualche giorno.

Nokia: con Ovi batteremo l'AppStore. E arrivano i "negozi" di Rim e Microsoft
Se Apple è impegnata nel mettere a punto la sua nuova piattaforma software, anche gli altri attori dell'universo smartphone non dormono. Google ha appena rilasciato a beneficio degli sviluppatori la versione 1.1 di Android Developer Phone dedicato ai terminali G1 "unlocked" in commercio (ai cui utenti sarà di fatto proibito accedere alle applicazioni a pagamento e protette da copyright disponibili sull'Android Market) e contenente diverse "pezze" per alcuni problemi relativi alla gestione della e-mail e degli allegati Mms. Research in Motion, da parte propria, ha confermato che il suo BlackBerry App World sarà inizialmente disponibile in Nord America e Regno Unito già da questo mese. Aspettando il Windows Marketplace for Mobile di Microsoft, i negozi virtuali di applicazioni per cellulari registrano quindi un'importante "new entry" al cospetto di quello di Apple, il primo a partire e il più noto, nonché quello al momento più prolifico con oltre 500 milioni di applicazioni scaricate in soli sei mesi. In casa Nokia per contro, sono convinti - con il neonato Ovi Store - di fare meglio dell'AppStore della Mela e fare il pieno di vendite di contenuti e software per i suoi telefoni sin da subito. A partire da maggio, quando il negozio della casa finlandese aprirà i battenti coinvolgendo nell'operazione i principali operatori mobili, gli utenti pronti a scaricare applicazioni e servizi saranno - secondo i vertici di Helsinki - circa 50 milioni, un numero più che doppio degli attuali possessori di un iPhone (circa 20 milioni).
Una dichiarazione di sfida e d'intenti in piena regola, subito raccolta indirettamente anche da Microsoft. Da Redmond è arrivata infatti conferma dei termini con i quali la società gestirà il rapporto con gli sviluppatori per il suo Marketplace: 99 dollari il fee annuale richiesto a chi scriverà programmi da vendere nel negozio virtuale dedicato ai telefonini Windows Mobile e altri 99 dollari la "tassa" da versare per ogni applicazione caricata nello store. Per ogni applicazione venduta, lo store sarà attivo a partire dall'estate, Microsoft si terrà il 30% del ricavo. Un modello di "revenue sharing" diverso quindi da quello che perseguono Apple, Nokia e Rim, con la presenza di un fisso che prevede per gli sviluppatori registrati (di fatto i più fedeli) una serie di agevolazioni. Microsoft, per giustificare il sacrificio loro imposto, mette in evidenza la necessità di coprire i costi di certificazione delle applicazioni per garantire agli utenti la migliore esperienza d'uso del loro dispositivo. Investire 99 dollari, dicono a Redmond, è uno sforzo accettabile se raffrontato alle opportunità di business legate al fatto di poter offrire le proprie applicazioni a milioni di clienti. La guerra del software per gli smartphone è appena cominciata.

13 marzo 2009
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